Umberto Eco su: Casablanca di Michael Curtiz, 1942

Mappe nel Sistema dei Servizi alla Persona e alla Comunità

Sostiene Umberto Eco:

Tempo fa, cercando di spiegare perché Casablanca fosse diventato oggetto di culto, ho avanzato l’ipotesi che una condizione del successo e del culto sia la “sgangheratezza” dell’opera.

Ma sgangheratezza vuole dire anche “sgangherabilità”.

Mi spiego. È ormai noto che Casablanca è stato costruito giorno per giorno, senza sapere come la storia sarebbe andata a finire, tanto che Ingrid Bergman vi appare così affascinante­mente misteriosa perché, recitando sul set, non sapeva ancora quale sarebbe stato l’uomo che avrebbe scelto, e quindi sorrideva a entrambi con eguale tenerezza e ambiguità. E sappiamo che, dovendo portare a ter­mine una storia ancora incerta, sceneggiatori e regista vi hanno posto dentro tutti i cliché di tutta la storia del cinema e della narrativa, trasformando il film in una sorta di museo per cinefili.

Proprio per questo il film può essere usato, per così dire, a pezzi smontabili, ciascuno dei quali diventa…

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