La bicicletta verde, 2012 , di Haifaa Al-Mansour, con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Sultan Al Assafi
Film unico nel suo genere. L’Arabia Saudita è una monarchia assoluta. Vi regna la libertà religiosa, ma in privato. È negata la cittadinanza agli immigrati, o profughi, se non musulmani. È un Paese islamico ricco (di petrolio). Uscita da una famiglia della borghesia agiata, dopo aver fatto 3 corti e il documentario Women Whitout Shadows (2005), H. Al-Mansour ha coprodotto, scritto e diretto Wadjda, nome di una ragazzina indipendente e critica che ascolta musica proibita, amica (ancor più proibita) di un coetaneo. Per comprarsi una bicicletta si iscrive a una gara di interpretazione dei versetti del Corano e la vince. La Al-Mansour è la prima donna saudita a dirigere un film a soggetto, sia pure con capitali tedeschi e col sostegno del Sundance Institute. È un film semplice di struttura elementare, tipico di un Paese con una cinematografia appena nata che ha come modello quella dell’Iran: evidenti le affinità con Il palloncino bianco(1995), esordio di Jafar Panahi. La 12enne Waad Mohammed ne è la protagonista giusta con la sua impetuosa vitalità infantile. Distribuisce Academy Two.
La recensione del film è tratta da:
il Morandini 2016
a cura di Laura Morandini, Luisa Morandini, Morando Morandini
Zanichelli editore