due fratelli, uno dei quali è un maggiore dell’esercito danese, in partenza per l’Afghanistan, l’altro un poco di buono, che vive di espedienti ed è appena uscito di prigione dove ha scontato qualche anno per la rapina in una banca. Ma se, apparentemente, il primo, Michael, risulta essere un buon padre di famiglia, amorevole e premuroso verso la moglie e i figli, mentre il secondo, Jannik, sembra essere un irresponsabile, l’esperienza in Afghanistan spariglierà le carte in tavola, mostrando la vera essenza dei due: la dolcezza e il senso della famiglia di Jannik, di contro alla violenza e la brutalità cui si lascia andare Michael, prima in Afghanistan, dove uccide un suo commilitone per avere salva la vita e, poi, in Danimarca, dove la gelosia per il fratello, lo porta a commettere atti inconsulti che richiederanno l’intervento della polizia e la sua detenzione in un centro di recupero psichiatrico. Ad emergere è il rapporto tra la moglie di Michael e Michael stesso. Nonostante la distanza e la dichiarata morte di quest’ultimo, Sarah non cede alla tentazione di tradire il marito con il fratello; in lei alberga ancora la speranza di rivedere il marito, di riabbracciarlo e di rinnovare il legame con lui e questa speranza non viene meno nemmeno dopo l’episodio di violenza familiare.
Sorgente: Recensione: Susanne Bier – Non desiderare la donna d’altri – storiadeifilm.it