Il delitto Mattarella di Aurelio Grimaldi. Arianna Finos su la Repubblica: «Il delitto Mattarella è il primo film italiano inedito a uscire solo nelle sale. […] Spiega la decisione il regista Aurelio Grimaldi: “Appartengo alla vecchia generazione: per me un film nelle piattaforme è impensabile, a prescindere dagli spettatori che avremo”. […] Dopo il suo cammino nelle sale e nelle arene, il film, tratto dall’omonimo libro di Grimaldi, sarà destinato alle scuole: “Ho fatto una breve indagine su Piersanti Mattarella, e tra i giovani quasi nessuno sapeva chi fosse. Si chiedevano se fosse stato ucciso dalle Brigate Rosse o dalla mafia, se fosse stato un politico o un giudice. Su di lui è calato un profondo oblio”. Il film, distribuito da Cine 1 Italia, racconta – tra fiction e inchiesta – un pezzo di storia del Paese e ricostruisce il clima politico pieno di ombre che ha preceduto l’omicidio del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella (fratello maggiore del presidente della Repubblica Sergio Mattarella), massacrato il 6 gennaio del 1980 mentre era in auto con la famiglia. Questo film ha per lei una grande valenza personale, legata a un momento del passato. “Il 6 gennaio 1980 io mi trovavo in Sicilia. Sono siciliano figlio di siciliani, ma dai due ai vent’anni avevo vissuto in provincia di Varese e lì avevo messo radici, come tutti i bambini. I miei genitori avevano deciso di tornare in Sicilia dopo il pensionamento di mio padre, ma io vivevo questo rientro con una valanga di pregiudizi contro la mia Sicilia profondi e agguerriti, implacabili. Quando al telegiornale dell’una arrivò questa notizia non ricordo i commenti dei miei genitori, ma il mio interiore fu: vabbè, presidente democristiano, figurati quanto c’è dentro. E passò poco tempo prima di accorgermi come il pregiudizio mi aveva annebbiato la mente. Questa cosa, me la sono portata dietro a lungo, e poi da scrittore e regista mi ha spinto verso questo progetto. Avvolto anche io in un’amnesia generale su Piersanti, se Mattarella non fosse diventato presidente della Repubblica il materiale abbondante che avevo raccolto sarebbe rimasto lì, e invece dopo l’elezione inattesa di Sergio Mattarella ho pensato: ora o mai più. Strano che per 35 anni nessuno se ne fosse occupato, neanche in quelle che io chiamo ‘malefiction’, di Piersanti: e ora ho capito perché era difficile raccontare realmente la storia, e mi tocca l’onore di esser il primo a farci un film”» (leggi qui).